Parrocchia - Riflessioni

Non lasciatevi ingannare

Tre anni fa, commentando la raccomandazione di Gesù: “Guardatevi di non lasciarvi ingannare”, così scrivevamo: “Ingannare da che cosa?

Pregare sempre

L'invito del Vangelo è perentorio: non smettere mai di pregare. Anche per vincere la stanchezza, sempre incombente. Così lascia intuire la parabola del giudice pigro: la stanchezza serpeggia nella comunità perseguitata cui l’evangelista si rivolge. Ed incombe pure sulle nostre comu­nità di oggi, non direttamente perseguitate e tuttavia esposte ad un logorìo estenuante, alla sfiducia, alla rassegnazione.

Gratitudine nella salute e nella malattia

Francesco d’Assisi invi­tava i suoi fratelli a ripetere spesso questa espressione: “Restituiamo al Signore Dio tutti i beni, perché tutti sono suoi e di tutti rendiamo grazie perché procedono tutti da lui”. Non c’è niente che non abbiamo ricevuto da Dio. Restituire e ridonare a Dio ciò che egli ci ha donato è professare la fede in lui come Creatore, è esercitare il sacerdozio cosmico proprio dei battezza­ti.

Il ricco, il povero e il cane

Il centro della para­bola non è la condanna dei beni ma­teriali o della ricchezza, ma l’indiffe­renza del ricco di fronte al povero Lazzaro. Indifferenza che porta a un’insensibilità e crudeltà messa in risalto dall’atteggiamento duro del ric­co contrapposto a quello del cane che lecca le ferite.

Il piccolo gregge

“Non temere piccolo gregge”. Queste sono le parole che noi oggi abbiamo bisogno di sentirci dire, perché il pericolo è di perdere la spe­ranza per il futuro. Il pericolo è il disorientamento. Non sono pochi i cristiani che di fronte a una diminu­zione di partecipanti alle celebrazio­ni sono colti da paure per il futuro. Il Signore ci dice di non temere per­ché ogni situazione storica è in gra­do di essere assunta e vissuta con forza e novità.

Annunciatori del Vangelo

Leggendo il Vangelo di Luca, viene spontanea la domanda: a chi è affidato l’annuncio evangelico, agli apostoli o a tutti i discepoli?