Pregare sempre

L'invito del Vangelo è perentorio: non smettere mai di pregare. Anche per vincere la stanchezza, sempre incombente. Così lascia intuire la parabola del giudice pigro: la stanchezza serpeggia nella comunità perseguitata cui l’evangelista si rivolge. Ed incombe pure sulle nostre comu­nità di oggi, non direttamente perseguitate e tuttavia esposte ad un logorìo estenuante, alla sfiducia, alla rassegnazione. Non solo per le difficoltà di ogni sorta che vengono poste alla fede cristia­na, non solo per la differenza tra il ‘dire’ della fede e il ‘fare’ nel quotidiano, non solo per le gravi ipocrisie del nostro tempo, ma anche per il fascino subdolo e potente dei falsi idoli, per la sordi­tà della politica, per l’insensibilità di molti cuori, per la durezza, la pesantezza e la rigidità delle strutture della città terrena.
“Pregare sempre senza stancarsi” non significa moltiplicare le parole. Anzi, quando Gesù propose ai suoi discepoli il modello di ogni preghiera cri­stiana fece questa premessa: “Pregando non sprecate le parole come i pagani i quali credono di venire ascoltati a forza di parole” (Mt 6,7). Pertanto, quel “sempre” usato da Gesù si riferisce piuttosto ad un interiore atteggiamento di vita che porta a compie­re ogni cosa alla presenza di Dio, agendo con verità e giustizia.
Solo operando secondo i valori evangelici anche il lavoro diventa preghiera. Tale verità non deve di­ventare un alibi per giustificare i nostri interessi egoistici.
Pregare è l’atteggiamento opposto all’arroganza dell’uomo che, come l’antico Adamo, si illude di fare a meno di Dio e di poter raggiungere il cielo con le sue sole forze. Per questo pregare non è in primo luogo una questione di formule, ma di umiltà davanti a Dio, di consapevolezza dei nostri limiti, di fi­ducia in colui senza il quale non possiamo fare nulla. Tale consapevolezza non disimpegna ma unisce gli uo­mini in una preghiera autentica, capace di unire non solo i cuori ma anche le braccia nella ricerca del bene, della giustizia e della verità.
La preghiera non è una parola magica che cambia il corso degli eventi. La preghiera cambia il cuore e questo ci aiuta a vivere con amore dentro la storia, comunque essa sia.