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Il ricco, il povero e il cane
Il centro della parabola non è la condanna dei beni materiali o della ricchezza, ma l’indifferenza del ricco di fronte al povero Lazzaro. Indifferenza che porta a un’insensibilità e crudeltà messa in risalto dall’atteggiamento duro del ricco contrapposto a quello del cane che lecca le ferite. La colpa grave del ricco non è tanto nei vestiti di porpora e bisso e neppure nel banchettare lautamente, ma nell’aver ignorato il riferimento tra la sua ricchezza e la povertà di Lazzaro che giaceva alla sua porta coperto di piaghe.
La piaga più grave oggi nel nostro tessuto sociale è proprio questa indifferenza di fronte alle ingiustizie, alle guerre, ai bombardamenti, alle barbarie che tutti i giorni si sviluppano nel mondo. L’indifferenza del ricco del vangelo che ha perso il senso dei beni della terra che è quello di sfamare chi ha fame, può essere la fotografia drammatica dell’Occidente ricco che lascia morire di fame il terzo mondo. Questa parabola ha una valenza personale per ognuno di noi sul come gestire i beni della terra, ma oggi ha soprattutto una valenza sociale che riguarda il cosiddetto ordine mondiale.
L’indifferenza verso il povero e verso i valori della vita ci porta a stimare chi è ricco, senza badare a come è arrivato a questa ricchezza. Siamo disposti a chiudere tutti e due gli occhi di fronte alle ingiustizie, alle rapine dei potenti e pronti a denunciare le trasgressioni dei poveri. Se l’Occidente fosse capace di guardarsi allo specchio nella sua indifferenza gelida, rimarrebbe inorridito e la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, in confronto, sarebbe una piccola cosa. Anche la scelta preferenziale dei poveri, tema ricorrente nella Chiesa negli anni ‘80-90 l’abbiamo messa in sordina. Non è più di moda usare queste espressioni. L’immigrazione ci ha fatto diventare tutti un po’ più chiusi nei nostri privilegi. Era facile parlare di integrazione quando non ne eravamo toccati personalmente, più difficile oggi che una parte di questo terzo mondo è in casa nostra. Il profeta Amos più volte chiama idolatria un certo tipo di ricchezza. Per il Vangelo stare dalla parte dei poveri è l’unica maniera per restare fedeli alla logica dell’incarnazione di Dio
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