Parrocchia - Cronaca

Bilancio finanziario 2007

E' stato approvato il bilancio finanziario del 2007.

In cassa al 01.01.2007                                  2.881,71


ENTRATE
Offerte raccolte in chiesa                         9.476,56
Busta del culto                                    5.175,00
Offerte per occasioni particolari                  1.470,00
Festa di San Leonardo                              3.563,00
Contributi da Comune e Soc. Sportiva             1.500,00
Giornata missionaria                                 185,00

No discarica

Predica del parroco di Medeuzza don Carlo Dorligh, Domenica 28 ottobre 1990.

“Martedì scorso ho ricordato i 13 anni della mia presenza a Medeuzza come parroco. Negli anniversari di fatti importanti,o meno importanti,viene spon­taneo il desiderio di fare valutazioni e confronti. Ricordo bene i tanti problemi del paese che al momento del mio ingresso, ognuno che mi av­vicinava, mi proponeva e illustrava; ricordo anche quello che io pensavo di Medeuzza.

Bilancio finanziario 2006

E' stato approvato il bilancio finanziario del 2006.

Presepio 2006

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C'era una volta una bella parete di mattoni rossi, serviva a dividere gli spazi e a separare le persone. Era metafora dei confini tra i popoli, ma anche della incomunicabilità tra le persone di uno stesso paese, tra i vicini di casa, addirittura tra i membri di una stessa famiglia; era nato l'individualismo. Poi ci si è accorti che “da soli non si sta bene neanche in Paradiso”. Così, per fortuna, o meglio per volontà di Dio, è arrivato il Natale, che ha sfondato quella parete e ha fatto vedere il presepio e con esso la gioia dipinta nel volto del bambinello. Il Natale abbatte i confini e le diffidenze fra le varie regioni del mondo: per questo, nel presepio, vediamo gente proveniente dai cinque continenti. Ma le diffidenze più grandi che dobbiamo abbattere sono quelle fra le persone, fra noi e gli altri, fra quanti vivono nella stessa casa o nello stesso paese. Troveremo la gioia a portata di mano, ci accorgeremo che anche lo “altro” da lungo tempo sognava di abbattere la parete dell'individualismo e della solitudine.

Una torta per la Bolivia

La felice idea di confezionare in casa, secondo i metodi tradizionali, alcune torte da offrire a tutta la popolazione del paese è venuta in mente ad alcune signore di Medeuzza una decina di anni fa.
Era la festa del Santo patrono, San Leonardo abate, la seconda domenica di novembre; il paese salutava padre Arturo Bergamasco, salesiano, nativo del paese, in partenza per la Bolivia come missionario alla non verde età di 54 anni.

Festa di San Leonardo

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La festa di San Leonardo di quest’anno, 12 novembre 2006, è stata onorata dalla presenza di mons. Emilio Dominici, parroco di Medeuzza dal 1959 al 1969. Ha presieduto la celebrazione eucaristica e all’omelia, tenuto presente che si inauguravano le nuove artistiche vetrate della chiesa, ha magistralmente esposto la teologia della bellezza nella fede cristiana. Il Coro Parrocchiale ha regalato momenti di intensa spiritualità eseguendo la Messe Patriarchine di Albino Perosa e altri canti liturgici con la direzione del parroco don Carlo Dorligh e con il sostegno dell’organista Sergio Bevilacqua. Il sindaco, dott. Attilio Ninino, con brevi ma efficaci parole ha inaugurato le vetrate realizzate dalla ditta Progetto Arte Poli di Verona. Altro momento di intensa vita paesana si è avuto con il pranzo comunitario in piazza, ove più di 200 persone hanno potuto gustare le squisitezze preparate dai giovani dell’ Associazione Ricreativa. A coordinare il tutto e a risolvere ogni problema logistico c’erano gli alpini, sempre ‘presenti’. Il Consiglio Pastorale ha curato la mostra di artigianato domestico, la meravigliosa bancarella di solidarietà e l’estrazione della lotteria popolare. I bambini, assistiti dagli animatori, si sono divertiti con la caccia al tesoro e con altri giochi popolari. Il Gruppo Storico ha rievocato i momenti fastosi della fortezza di Palmanova dando un assaggio del terribile frastuono provocato da alcuni spari di cannone. La generosità dei partecipanti ha permesso di realizzare un utile di oltre 3.500 euro. Serviranno per la solidarietà con i bambini della Bolivia e per l’acquisto del gasolio da riscaldamento. Collaborazione, concordia e generosità sono gli ingredienti che realizzano momenti così belli per una comunità. Complimenti Medeuzza!

Bilancio finanziario 2005

E' stato approvato il bilancio finanziario del 2005.

La globalizzazione, quella buona e quella cattiva

Alvarez Alexander, Bertha Maria, Luis Carmelo, Ignacio Sosa, Marita Mendosa, Maria Eugenia Aramayo, Eliseo Oliva, Magdalena Flores, Jesus Anez, Anna Maria Ordiz: non sono i nomi di una squadra di calcio, magari sudamericana, sono i nomi di 10 bambini e bambine (presto saranno 12), che lo scorso 10 febbraio hanno ripreso la scuola in Bolivia, nella Parrocchia di San Carlos dove opera Don Arturo. Li vediamo con i loro amici, mentre giocano, nelle foto che recentemente Don Arturo ci ha inviato e che sono esposte sulla porta della chiesa.

Don Angelo Zoratti

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Come lo ricorda l'architetto Ivo Scagliarini nel trigesimo della sua morte. Don Angelo Zoratti, classe 1909, è morto il 7 agosto scorso. Svolse la sua attività pastorale a Medeuzza, dal 1938 aI 1959, dove era stato cappellano del parroco di San Giovanni e poi pastore della nuova parrocchia. Fu poi parroco a Chiasiellis dal 1959 al 1995. Consumò gli ultimi anni di vita nella sua casa di origine, a San Lorenzo di Sedegliano, da pensionato povero, celebrando quotidianamente la Messa all’altare della sua camera e pregando in silenzio. Lo conobbi a Medeuzza; non fui suo parrocchiano; abitavo nel paese vicino, a Chiopris. Nel trentesimo giorno del suo “dies natalis” colgo l’occasione per dedicare un ricordo a questo prete schivo e sconosciuto. Statura imponente, corporatura asciutta avvolta nella tonaca svolazzante, volto ossuto, capelli a spazzola, occhi di un azzurro chiaro come il cielo, sguardo penetrante e le mani…di bosso, grandi come due pale da mulino, nodose, forti, di eredità genetica contadina. Due mani indimenticabili, uniche: affiora il ricordo sfumato di quando si alzavano per benedirmi, da “enfant terribile”, a richiesta di mia madre che indicandomi chiedeva: “al’è tant trist; sior capelan che i dei une benedizion!“.