Il Paese - Storia

La sagra di Medeuzza nella storia

Anticamente la sagra di Medeuzza si svolgeva a fine giugno anziché a fine luglio. Ne abbiamo notizia da un documento presente nell'archivio di Stato di Venezia, in cui si legge che nel 1614, e più precisamente il giorno di domenica 29 giugno di quell'anno, un gruppo di dieci banditi vi si recò a ballare e, dopo che il loro capo veniva inutilmente redarguito per esser stato insolente, i banditi spararono molte archibugiate colpendo alla testa un povero contadino!

La storia di Medeuzza

Medeuzza sorge vicinissima a dove un tempo esisteva un’antica villa rustica romana con annesso sepolcreto ed è documentata per la prima volta l’11 ottobre 1303, cioè quando un certo Sansone da Chiopris dispose un legato testamentario su un campo “situm in vico di Midiuze”: la fondazione del paese dovrebbe però risalire alla metà del secolo precedente e il toponimo significherebbe “piccola Medea”. Sin dalle sue origini essa era fuedo dell’aquileiese benedettina abbazia della Beligna, la quale ebbe dal 1276 diverse contese coi signori d’Arcano a proposito del diritto di copulatico rivendicato da questi ultimi sulle ville dell’Abbazia, che nel 1317 erano Medeuzza e Viscone: nel 1393 gli Arcano risultavano finalmente titolari di quel diritto nei due paesi. Bruciata assieme a Viscone nel 1356, Medeuzza rimase feudo dell’Abbazia anche nei primi anni della dominazione veneziana per poi passare sotto la giurisdizione del Capitolo d’Aquileia nel 1453.

Cavalieri Alati della Grande Guerra

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Il 24 maggio 1915, l’Italia iniziava le sue ostilità con l’Austria-Ungheria e Medeuzza, situata a ridosso del confine e circondata da una zona favorevolissima all’atterraggio di aerei, visse una pagina di storia che ricordava le antiche tenzoni cavalleresche. Qui, infatti, venne creato sin dal giugno 1915 un campo d’aviazione che rimase intensamente operativo fino alla disfatta di Caporetto e che inizialmente ospitò il Comando dell’unico Gruppo Aviazione per l’Artiglieria -agli ordini del Maggiore (poi Tenente Colonnello) Amedeo de Siebert- dal quale dipendevano le 5 squadriglie di stanza nei campi di Medeuzza, Oleis e Gonars e che venne trasferito a Oleis alla fine di quell’anno. Il 2 luglio 1915, giorno in cui il campo venne bombardato senza danni dagli austriaci, qui erano di stanza la 1.a e la 2.a Squadriglia per l’Artiglieria; il compito di queste unità appena nate, e che volavano rispettivamente su 6 biplani Caudron e su 6 instabili monoplani Macchi-Parasol, consisteva nell’osservazione e nella ricognizione finalizzate a dirigere i tiri delle nostre artiglierie sugli obiettivi nemici individuati e ampiamente fotografati.

Le immagini del tempo

Note storiche tratte dal libro di Carlo Dorligh e Ferruccio Tassin. Medeuzza, dal nome di donna latino Meteia, o diminutivo di Medea, sorge non lontano dai resti di una villa rustica con annessa necropoli di epoca romana. Il nome del paese ricorre per la prima volta (per ora) nel 1303, in un legato con cui un certo Sansone da Chiopris impegna le rendite di un suo podere “situm in vico di Midiuze” (sito nel paese di Medeuzza) per la celebrazione della messa nell’anniversario della propria morte. La chiesa del paese era dedicata a Santa Margherita, San Leonardo e San Gallo, tutti e tre santi benedettini. Nel tardo medioevo, l’abbazia della Beligna (Aquileia) e gli Strassoldo possedevano terreni e rendite a Medeuzza (o Mydiuça). I terreni vanno da un valore molto scarso a un valore discreto, producono frumento, avena, segala, fave, miglio e uva. Con la fine dello stato medioevale del patriarcato (1420), Medeuzza diventa terra di confine e assieme alle ville di Nogaredo e Viscone si trova dipendente da Chiopris, sempre però nell’ambito dell’antica pieve di Trivignano di cui facevano parte da sempre.

Il "Palazat"

Una curiosa leggenda vuole che il principale edificio del paese sia stato fatto costruire per un figlio illegittimo di Napoleone, ma in realtà la struttura del palazzo è chiaramente settecentesca e il timpano del poggiuolo farebbe inquadrare la costruzione dell’edificio in un periodo compreso fra gli anni ’60 e ’80 del XVIII secolo. Committenti del Palazat furono i conti udinesi Arrigoni e studiando le vicende di questa e delle altre famiglie che vi dimorarono è stato possibile ricostruire anche la storia della loro residenza medeuzzese. Gli Arrigoni, che sembra discendessero da quegli Arrigoni conti della Valtaleggio e della Valsassina (e assai potenti nel bergamasco sin dall’XI secolo), nel ’400 si trapiantarono prima a Spilimbergo e poi a Udine, ove si arricchirono come calderai e battirame: ascritti alla nobiltà udinese nel 1510, nel 1533 divennero Conti Palatini con Giacomo I (1517-1576), cavaliere, e fu proprio la seconda moglie di quest’ultimo, cioè Claudia nata Antonini e detta “la Cavaliera”, ad essere la prima degli Arrigoni a figurare come la principale proprietaria terriera locale nel 1593.