Note storiche tratte dal libro di Carlo Dorligh e Ferruccio Tassin. Medeuzza, dal nome di donna latino Meteia, o diminutivo di Medea, sorge non lontano dai resti di una villa rustica con annessa necropoli di epoca romana. Il nome del paese ricorre per la prima volta (per ora) nel 1303, in un legato con cui un certo Sansone da Chiopris impegna le rendite di un suo podere “situm in vico di Midiuze” (sito nel paese di Medeuzza) per la celebrazione della messa nell’anniversario della propria morte. La chiesa del paese era dedicata a Santa Margherita, San Leonardo e San Gallo, tutti e tre santi benedettini. Nel tardo medioevo, l’abbazia della Beligna (Aquileia) e gli Strassoldo possedevano terreni e rendite a Medeuzza (o Mydiuça). I terreni vanno da un valore molto scarso a un valore discreto, producono frumento, avena, segala, fave, miglio e uva. Con la fine dello stato medioevale del patriarcato (1420), Medeuzza diventa terra di confine e assieme alle ville di Nogaredo e Viscone si trova dipendente da Chiopris, sempre però nell’ambito dell’antica pieve di Trivignano di cui facevano parte da sempre.
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