La storia di Medeuzza

Medeuzza sorge vicinissima a dove un tempo esisteva un’antica villa rustica romana con annesso sepolcreto ed è documentata per la prima volta l’11 ottobre 1303, cioè quando un certo Sansone da Chiopris dispose un legato testamentario su un campo “situm in vico di Midiuze”: la fondazione del paese dovrebbe però risalire alla metà del secolo precedente e il toponimo significherebbe “piccola Medea”. Sin dalle sue origini essa era fuedo dell’aquileiese benedettina abbazia della Beligna, la quale ebbe dal 1276 diverse contese coi signori d’Arcano a proposito del diritto di copulatico rivendicato da questi ultimi sulle ville dell’Abbazia, che nel 1317 erano Medeuzza e Viscone: nel 1393 gli Arcano risultavano finalmente titolari di quel diritto nei due paesi. Bruciata assieme a Viscone nel 1356, Medeuzza rimase feudo dell’Abbazia anche nei primi anni della dominazione veneziana per poi passare sotto la giurisdizione del Capitolo d’Aquileia nel 1453. Il paese divenne molto probabilmente il cuore d’un piccolo sistema agricolo-feudale composto dai paesi della zona ove il Capitolo aveva beni fondiari e furono quasi certamente i canonici a far edificare la Domus Magna con l’annessa Torata nella seconda metà del Quattrocento. Il centro abitato era poi efficacemente difeso da una centa a due anelli, mentre il campanile fungeva da torre d’avvistamento e una cisterna sotterranea garantiva le riserve d’acqua per eventuali assedi (era il periodo delle sanguinose incursioni turche). Trovatasi a ridosso del confine fra Venezia e l’Impero, il 25 luglio 1509 Medeuzza (più volte coinvolta dal “serramento dei passi” disposti nei secoli seguenti dalla Serenissima) venne bruciata dalle armate del duca di Brunswick dirette verso Udine e nel 1615 proprio da qui partì l’attacco di Venezia contro l’Impero, dando così inizio alla Guerra di Gradisca. Nel Cinquecento fecero la loro comparsa i conti udinesi Arrigoni, divenuti poi i principali possidenti del luogo, e in quello stesso secolo vennero eseguiti dei lavori nella chiesuola intitolata a San Leonardo, che, già soggetta alla pieve di Trivignano, dipendeva allora dalla parrocchia di Chiopris. Lunghe furono le lotte per avere l’autonomia ecclesiastica da quest’ultima, posta a parte Imperii (i momenti più caldi si ebbero nel 1681, nel 1712 e nel 1744) e solo nel 1785 la chiesa divenne finalmente sacramentale venendo nuovamente aggregata alla parrocchia della “veneziana” Trivignano. Espressione organizzativa della comunità medeuzzese era la Vicinìa, composta dai capifamiglia e retta da un decano. Nel 1713 gli Arrigoni cominciarono a vendere ai nobili cividalesi de Pollis gran parte dei propri beni, compresa la Domus Magna, adibita prima da una e poi dall’altra famiglia a residenza dominicale: negli anni attorno al 1770 gli Arrigoni fecero però edificare il Palazat, divenuto anch’esso proprietà dei de Pollis nel primo Novecento. Nel Settecento, malgrado la povertà in cui versava la popolazione, il paese ebbe un certo sviluppo, tanto da divenire nel 1806 (anche se per meno di due anni) Comune di terza classe del Cantone di Cividale, con tanto di Sindaco, Municipalità e Consiglio comunale. Nel 1811, però, venne ridotta a semplice frazione del Comune di San Giovanni di Manzano e nel 1856 anche la chiesa venne posta alle dipendenze della parrocchia del capoluogo. Nell’Ottocento si affiancarono all’agricoltura tradizionale altre attività economiche, cioè: la produzione di sedie, quella di manici per frusta, la bachicoltura, l’allevamento di cavalli. Passata sotto il Regno d’Italia nel 1866, nei primissimi anni del Novecento venne edificata la dogana e nel 1914 venne finalmente inaugurata la nuova chiesa, molto più grande della precedente. Durante la Grande Guerra qui venne allestito un attivissimo campo d’aviazione che fu, nei primi tempi, sede del Comando dell’unico Gruppo Aviazione per l’Artiglieria e che venne visitato dal Duca d’Aosta e dal Re. E proprio nei cieli di Medeuzza, Francesco Baracca ebbe nel 1916 la sua prima e spettacolare vittoria aerea. Tutti i caduti del conflitto vennero ricordati, assieme a quelli di Libia, dal monumento ai Caduti, eretto nel 1926: alla prima lapide se ne aggiunse una seconda per i Caduti e i dispersi del Secondo conflitto mondiale. Dopo quest’ultimo, per ben due anni si acquartierò nel Palazat una compagnia dei Blue Devils americani. Dopo lo sviluppo economico del Friuli degli anni ’50 e ’60, Medeuzza si ritrovò pienamente inserita nel triangolo industriale della sedia, nel 1955 la sua chiesa venne elevata a Parrocchia e il paese vide la nascita di tante e attivissime associazioni, la cui sede è il Centro Sociale nel quale si organizzano regolarmente esposizioni artigianali, artistiche e storiche.

scuola_elementare.jpg