Le immagini del tempo

Note storiche tratte dal libro di Carlo Dorligh e Ferruccio Tassin. Medeuzza, dal nome di donna latino Meteia, o diminutivo di Medea, sorge non lontano dai resti di una villa rustica con annessa necropoli di epoca romana. Il nome del paese ricorre per la prima volta (per ora) nel 1303, in un legato con cui un certo Sansone da Chiopris impegna le rendite di un suo podere “situm in vico di Midiuze” (sito nel paese di Medeuzza) per la celebrazione della messa nell’anniversario della propria morte. La chiesa del paese era dedicata a Santa Margherita, San Leonardo e San Gallo, tutti e tre santi benedettini. Nel tardo medioevo, l’abbazia della Beligna (Aquileia) e gli Strassoldo possedevano terreni e rendite a Medeuzza (o Mydiuça). I terreni vanno da un valore molto scarso a un valore discreto, producono frumento, avena, segala, fave, miglio e uva. Con la fine dello stato medioevale del patriarcato (1420), Medeuzza diventa terra di confine e assieme alle ville di Nogaredo e Viscone si trova dipendente da Chiopris, sempre però nell’ambito dell’antica pieve di Trivignano di cui facevano parte da sempre. Alla fine del ‘500 gli abitanti sono 166, gli animali grossi 55, i campi arati 450 e i prati 170. Nella visita pastorale del 1593 si precisa che la chiesa di San Leonardo Abate è filiale della parrocchia di San Michele di Chiopris e che i tre altari della chiesa sono dedicati a San Laonardo, Santa Lucia e Santa Apollonia. Un cappellano della pieve di Chiopris assiste le comunità di Viscone e Medeuzza. Dopo il 1751, anno della soppressione del patriarcato e della erezione delle due arcidiocesi di Udine e Gorizia, il paese continua a dipendere da Chiopris pur trovandosi assieme a Viscone in territorio veneto. Solo il 22 dicembre 1784, Medeuzza con Viscone e Madonna di Strada ritornano alla diretta dipendenza della pieve di Trivignano e la chiesa diventa sacramentale. Viscone in seguito, nel 1818, verrà posta alle dipendenze di Chiopris in diocesi di Gorizia. Il censimento del 1768 conta 308 abitanti, 85 bovini, 80 pecore, 4 somari e 5 cavalli; nel 1806 gli abitanti sono 421, i bovini 103, i cavalli 6, gli asini 72, i muli 1, le pecore 23 e i porci 98. Nei primi decenni dell’ ‘800, le cronache annotano:“la chiesa è povera, la gente più povera della chiesa”. Per le continue difficoltà di collegamento con Trivignano (le piene del Torre erano frequenti) nel 1856, Medeuzza viene aggregata a San Giovanni di Manzano. Era allora un paese di agricoltori, artisti sediari con una ulteriore attività artigianale che produceva manici di frusta “stomblis”. Il 27 agosto 1914 iniziano i lavori di ampliamento della chiesa su progetto dell’ingegner Alvise Petrucco da Cividale. Il preventivo di spesa è di lire 12.000. Sarà inaugurata nel marzo del 1915. Già nei primi mesi della guerra 1915-1918 , nei pressi del paese è allestito un campo di aviazione, qui il 7 aprile 1916, Francesco Baracca realizza la prima delle sue 34 vittorie abbattendo un aereo nemico austriaco. Due anni dopo la fine del conflitto, nel 1920, esplode il campo di deposito delle munizioni che in tempo di guerra aveva rifornito le truppe al fronte, 4 sono i morti e 5 i feriti. Con il tempo di pace riprendono le attività artigianali della sedia e dei stomblis, si inizia anche a raccogliere lo “scuâl”, cioè le radici di un’erba particolare utilizzate nella fabbricazione delle spazzole “scartàs”. Si raccolgono anche le schegge di ferro disseminate nei pressi del campo di munizioni in seguito allo scoppio. Dai fronti della seconda guerra mondiale, 19 giovani vite, tra morti e dispersi, non sono tornate alle loro case. L’aspirazione all’indipendenza religiosa a lungo coltivata, vede il suo compimento con la erezione della Vicaria di Medeuzza nel 1950 e poi della parrocchia nel 1955. Primo vicario e poi primo parroco sarà don Angelo Zoratti, seguiranno don Emilio Dominici (1959-1969), don Luigi Meroi (1970-1977) e poi don Carlo Dorligh. Memorabile negli annali paesani resta la clamorosa protesta del 1963 con minacce di restituzione dei certificati elettorali; si voleva una strada decente per il collegamento con il capoluogo. In pochi anni vedono la luce numerose e importanti associazioni; il Gruppo Alpini nel 1953, la Società Sportiva e la Pro loco nel 1969. Operano anche i membri della Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, i donatori di sangue della A.F.D.S., e i coltivatori diretti. Oltre al calcio è praticata la pesca sportiva e la caccia. Gli anni più recenti vedono uno sviluppo economico e un benessere quale mai si era visto grazie al lavoro dei tanti operai e all’intraprendenza di artigiani e industriali. Medeuzza si trova inserita a pieno titolo nel “Triangolo della sedia” specializzato nella produzione di sedie e di altri mobili.