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Il piccolo gregge
“Non temere piccolo gregge”. Queste sono le parole che noi oggi abbiamo bisogno di sentirci dire, perché il pericolo è di perdere la speranza per il futuro. Il pericolo è il disorientamento. Non sono pochi i cristiani che di fronte a una diminuzione di partecipanti alle celebrazioni sono colti da paure per il futuro. Il Signore ci dice di non temere perché ogni situazione storica è in grado di essere assunta e vissuta con forza e novità. Può essere un tempo molto importante il nostro: di minore conformismo e di maggiore interiorizzazione evangelica. Un momento che ci spinge a verificare che cosa è veramente essenziale nel vivere il Vangelo, nel fare Chiesa. Nelle grandi manifestazioni, nelle folle senza numero che a volte si radunano per ascoltare la Parola, per celebrare e cantare la propria fede i cristiani corrono il rischio di sentirsi forti perché sono in molti, ma non è questa la forza del discepolo di Cristo. Dobbiamo sempre avere presente che ai piedi della croce il Venerdì santo erano presenti poche persone e la Chiesa è nata lì, ai piedi della croce. San Paolo ci ricorda che Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. La Chiesa sarà come la luna, la quale risplende non per la sua luce, ma nella misura in cui è illuminata dal sole. Nelle Scritture il 'piccolo gregge' è caratterizzato dall'ascolto, dalla fiducia, dalla libertà dalle ricchezze, dalla intelligenza, dalla prontezza nella risposta, dall'essere sveglio e non intorpidito, allenato, rispettoso di alcune norme. Se avremo queste virtù, saremo il vero 'piccolo gregge' di cui parla il Vangelo. Non basta essere in pochi.
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