Camminata del Ricordo

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Uniti per non dimenticare, con questo motto, gli alpini di Medeuzza, Villanova del Judrio, San Giovanni al Natisone, Dolegnano, appartenenti alla Sezione di Udine, e Corno di Rosazzo appartenente alla Sezione di Cividale del Friuli,supportati dalle rispettive Parrocchie, coordinati dal diacono di Villanova del Judrio, Renato Zof, si sono ritrovati per organizzare una serie di manifestazioni per ricordare il centenario della Grande Guerra.

Lunedì 28 luglio 2014, nel centesimo anniversario della dichiarazione di guerra da parte dell'Austria alla Serbia, che, di fatto, dava inizio al primo conflitto "Mondiale" e che nei successivi anni coinvolgerà gli eserciti di tutti i continenti, abbiamo voluto ricordare ed onorare la memoria dei tanti giovani dei nostri paesi morti sui più disparati campi di battaglia, organizzando la "Camminata del ricordo".

Ricordare per non dimenticare. Non dimenticare questi nostri giovani, non dimenticare i loro sacrifici e le loro sofferenze, non dimenticare che sono morti combattendo una guerra che non hanno certamente voluto ed alla quale non volevano partecipare, non dimenticare che il sacrificio delle loro giovani vite, spezzate per sempre, hanno, anche se si è dovuto passare attraverso un'altra guerra più dolorosa, contribuito a  costruire l'Europa Unita ed in pace. 

Ci siamo ritrovati, in tanti, in una serata piovosa che non invogliava a stare all'aperto, dando inizio alla manifestazione con l'alzabandiera, con il tricolore, che ora sventola libero, su tutta l'Italia. Quindi il diacono di Villanova, illustrava ai presenti lo scopo ed il perchè dell'iniziativa. Ricordava che cent'anni fa, la notte del 28 luglio 1914, molti baldi giovani delle nostre comunità erano andati a letto con il cuore tranquillo non sapendo che era scoppiata la guerra e che il destino, da lì a pochi mesi, avrebbe tracciato per loro una strada cruenta e sanguinosa e che le loro giovani vite sarebbero state spezzate per sempre. Ma cent'anni fa, le donne, appena saputo dello scoppio della guerra, consapevoli di ciò che essa porta,  sono andate a letto con il cuore gonfio di dolore perchè sapevano che ogni volta che spara un cannone o che un colpo di fucile colpisce un bersaglio dall'altra parte c'è una donna che piange. Le donne intuivano, inoltre, che se la guerra tra Austria-Ungheria e Serbia era lontana, prima o poi sarebbe arrivata anche da noi, perchè la guerra è come il fuoco, una volta acceso non lo fermi più, distrugge tutto. Poi è stata data lettura, al rintocco di una campana, dei nomi dei Caduti di Villanova del Judrio, per poi iniziare la camminata vera e propria. Con lo stesso metodo, lungo il percorso, come in una "Via Crucis", si sono fatte delle soste, per declamare i nomi dei Caduti dei nostri paesi, davanti ad una croce ed un tricolore piantati uno fianco all'altro. Ad ogni sosta veniva data lettura di una poesia di guerra quasi sempre del poeta Ungaretti. Siamo quindi giunti a Visinale del Judrio, tappa finale della manifestazione, davanti al Monumento che ricorda il "primo colpo di fucile" sparato in quel luogo la sera del 23 maggio 1915, preludio dell'entrata in guerra dell'Italia il giorno dopo. Dopo la lettura degli ultimi nominativi ed ai canti proposti dal coro di Corno di Rosazzo, commovente e suggestiva, è riuscita l'esecuzione di "Stelutis Alpinis", prendevano la parola i sindaci dei due comuni. Il sindaco di Corno di Rosazzo, Daniele Moschioni, si soffermava sull'importanza del "ricordo" del non dimenticare, i seppur tragici fatti accaduti cento anni fa, continuando ad onorare i tanti caduti. Valter Braida, sindaco di San Giovanni al Natisone, dava alcuni cenni storici di ciò che è stato e le conseguenze dell'evento bellico. Quindi, in religioso silenzio, venivano intonate le note della "Leggenda del Piave" che accompagnava le autorità a deporre un inserto floreale al cippo che ricorda i primi spari. Le note del "Silenzio", accompagnate dalla pioggia che continuava a cadere, chiudevano una cerimonia densa di significati. L'applauso finale degli intervenuti riscaldava i cuori degli organizzatori consci di aver fatto qualcosa di lodevole.

La pioggia, caduta per tutta la serata, è stata un'emozione in più, ha voluto ricordare, in un certo senso e nelle debite proporzioni, i sacrifici, i patimenti, la fame, gli stenti dei nostri giovani e dei 650.000 giovani italiani caduti sui vari fronti dove la guerra ha posto fine alla loro breve esistenza.

Questa manifestazione segna l'inizio di una serie di iniziative che, il comitato, intende promuovere, nei prossimi anni, per continuare a mantenere vivo il ricordo, specialmente nelle nuove generazioni. Ma vuole essere anche un monito  a tutti che la guerra, sia ai vincitori sia ai vinti, porta solo morte, disperazione, dolore e solo la "Pace" tra i popoli porta a prosperare ad a vivere in serenità.

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