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Servire la vita
“Servire la vita” è il tema della “Giornata per la vita” che quest'anno si celebra il 3 febbraio. Da trent’anni la Chiesa italiana dedica una giornata, la prima domenica di febbraio, alla “vita”. La dedica, in particolare, a quella appena sbocciata. Tanto piccola, indifesa, ancora muta e invisibile, che, se non riconosciuta, rischia di venire calpestata dalle preoccupazioni, dalle paure, dagli interessi degli adulti.
Da trent’anni la Chiesa continua a ritenere che ciò che le leggi consentono, talora contrasta con la coscienza: non sempre ciò che è lecito secondo la legge è anche buono secondo la coscienza.
Dal 1978, in Italia esiste una legge che permette (legalizza) l’aborto, senza mai chiamarlo per nome. Se si trattasse, come acriticamente afferma qualcuno, di un grumo di cellule, di un’escrescenza del corpo della donna, non se ne parlerebbe nemmeno. Se, invece, come l’onesta analisi biologica riconosce, da quando è avvenuto il concepimento ci si trova davanti a un essere umano vivente, dotato di patrimonio genetico completo, unico e irripetibile, nel quale è “scritto” se sarà uomo o donna, quale sarà il colore dei suoi occhi e dei capelli, la sua soppressione ha un solo nome. È brutale, ma lo vogliamo dire: il suo nome è “omicidio”.
Purtroppo, in questi anni le minacce alla vita umana, concentrate soprattutto nelle fasi iniziali e finali dell’esistenza, sono diventate sempre più forti e, paradossalmente, meno gravi nella percezione sociale e culturale della gente. Eutanasia (buona morte) è il termine che indica l'interruzione della vita nella sua fase terminale per volontà dell'interessato o dei parenti. Ma, domandiamoci, aborto ed eutanasia sono scelte di libertà? La propaganda di un certo individualismo radicale ha convinto molti. Per una malintesa tolleranza, anche tra i credenti ci sono incertezze e timore di non essere abbastanza moderni. Tra servire la vita e servirsene c'è una bella differenza! Ci si serve della vita quando si rivendica il “diritto a un figlio” a ogni costo, anche al prezzo di pesanti manipolazioni eticamente inaccettabili. Un figlio non è un diritto, ma sempre e soltanto un dono. La Chiesa ammonisce: “ La civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita”, e ancora: “ Chi non è aperto alla vita non ha speranza”.
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